(di Arianna Saracco)
Alla Yale University, nel Connecticut (USA) un gruppo di scienziati ha prodotto una bioplastica ottenuta dal truciolato di legno, in grado di unire buone prestazioni meccaniche ad un’alta degradabilità naturale. Nello studio pubblicato su Nature Sustainability (testo in inglese) i ricercatori descrivono il processo di trasformazione. Grazie ad un solvente eutettico, il team ha decostruito la matrice porosa del legno in un impasto liquido ad elevata viscosità; un mix di polimeri organici e cellulosa con legami idrogeno e legami a livello di nanoscala, che può essere colato e laminato senza rompersi.
La bioplastica così ottenuta è stata valutata lungo il suo intero ciclo di vita al fine di testare gli impatti ambientali rispetto alle plastiche comuni. Yuan Yao, professore di ecologia industriale alla Yale e co-autore dello studio ha affermato che il risultato ottenuto è un materiale con un’elevata solidità meccanica, una buona stabilità quando adattato per trattenere liquidi e resistenza ai raggi UV. Il team per testare l’integrità nel tempo e la velocità di decomposizione della propria bioplastica ha sotterrato alcuni campioni e mettendoli a confronto con polimeri di origine plastica, dopo due settimane i campioni di bioplastica risultavano frammentati, dopo 3 mesi completamente biodegradati.
Il gruppo ha già iniziato a lavorare con un ecologo forestale per creare modelli di simulazione che colleghino il ciclo di crescita delle foreste con il processo di produzione.
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