Inquinamento: gli alberi più performanti in città

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Uno studio, pubblicato su Atmosphere, ha evidenziato l’importanza di un’attenta pianificazione del verde urbano per la massimizzazione dei servizi ecosistemici.

L’analisi è stata svolta in collaborazione tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Economia Agraria (CREA) e ARIANET, società di consulenza sulla qualità dell’aria.

Gli autori hanno calcolato i valori di assorbimento del verde urbano di Milano e Bologna, due realtà altamente inquinate. In particolare, sono state create delle mappe della vegetazione delle due città, integrando i dati del censimento comunale del verde urbano con le immagini satellitari. Le mappe, insieme ai dati sulla qualità dell’aria, sono state poi inserite nel modello AIRTREE, in grado di stimare gli scambi di flusso tra le chiome delle specie e l’atmosfera.

I risultati dello studio hanno mostrato una maggiore capacità di sequestro di CO2, O3 e NO2 da parte delle latifoglie decidue. In particolare, si sottolinea la particolare efficacia nel sequestro di anidride carbonica di alcune specie:

  • Bagolaro (Celtis australis);
  • Platano comune (Platanus x acerifolia);
  • Olmo siberiano (Ulmus pumila);
  • Quercia rossa (Quercus rubra).

Le latifoglie sempreverdi risultano invece più indicate per la rimozione del particolato.

La ricerca evidenzia dunque l’importanza di un approccio integrato nella progettazione delle aree verdi. Se in passato la realizzazione di tali aree considerava solo gli aspetti sociali ed economici, è invece importante considerarne anche i benefici ambientali.

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